INTEGRAZIONE ONCOLOGICA

Integrazione in Oncologia

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Integrazione oncologica                                         

Per integrazione oncologica si intende una supplementazione con sostanze naturali atta a proteggerci dallo sviluppo del cancro, e nel caso fossimo in presenza della malattia, ad aiutarci a combatterlo con maggior efficacia.
Sicuramente, la sedentarietà e la cattiva alimentazione sono le prime condizioni da correggere. Uno studio epidemiologico condotto presso la Harvard Medical School nel 1995 sul rapporto tra sovrappeso e cancro, dimostrò che il massimo dell’incidenza dei tumori intestinali si ha nelle persone che fanno poca attività fisica; inoltre, di recente è stata dimostrata una più alta incidenza di tumori al seno e al corpo dell’utero in donne sovrappeso e obese. Per il tumore alla mammella il sovrappeso eleva il rischio addirittura al 50%. Si è visto che 1/3 dei tumori potrebbe essere evitato attuando una corretta alimentazione, e le raccomandazione del WCRF ne sono la conferma.
Ci sono alimenti che ci aiutano a prevenire il cancro, e sarebbe fondamentale includerli stabilmente nella nostra dieta, come già spiegato nella parte dedicata all’alimentazione . 
Quindi, sia per prevenzione che durante la terapia e dopo la guarigione, l’alimentazione, e nel limite del possibile, il movimento sono di vitale importanza per la salute dell’individuo.
Esistono poi integratori naturali che si è visto possono essere un ottimo ausilio sia nella prevenzione oncologica, sia nella terapia; grazie a questi integratori, è possibile ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti antiblastici. E' stato evidenziato, inoltre, che grazie ad un effetto sinergico possono aumentare l’efficacia della chemio e della radioterapia.


Vitamina d e prevenzione                                        


La vitamina D è un microelemento di grandissima importanza. Viene anche chiamata la vitamina del sole perchè viene prodotta nell'organismo, in particolare nella pelle, grazie alla sua esposizione ai raggi UVB. 


 Il fabbisogno di vitamina D dell'organismo è assicurato per circa l'80% dalla quota sintetizzata a livello cutaneo e solo per il 20% da quella derivante dall'alimentazione.
Sono infatti pochi gli alimenti che contengono quantità apprezzabili di vitamina D.
La definizione di vitamina è "sostanza essenziale per la salute umana che non può essere prodotta dal corpo". 
Visto che la vitamina D viene prodotta nella pelle, quando ci esponiamo ai raggi del sole, la possiamo considerare un vero e proprio ormone.
Troviamo la vitamina D nelle seguenti forme:
• Colecalciferolo (D3): prodotto naturalmente dal corpo a contatto con i raggi UVB. 
• Calcidiolo (25D): un pre-ormone derivato dalla vitamina D3 nel sangue.
• Calcitriolo (1,25-D): deriva dalla vitamina D3, è un vero e proprio ormone e viene prodotto in molte cellule del corpo. E' praticamente la forma "attiva" della vitamina D.

Come si forma :
Fase A) Se si utilizza il sole come fonte di produzione, il processo inizia quando ci esponiamo ai raggi UVB. In questa fase nella nostra pelle si forma la D3, che è una forma inattiva.
Stesso discorso se si utilizzano integratori di D3 .
Fase B) Indipendentemente dalla fonte, la D3, attraverso la circolazione sanguigna, va al fegato che la trasforma in 25D. Questa conversione permette di immagazzinarla nell'organismo, in particolare, essendo liposolubile, nel tessuto adiposo ma anche nel fegato e in altri organi.
Fase C) Trasformazione della 25D nei reni in 1,25D, che è la forma attiva e potente della vitamina D. Negli ultimi dieci anni si è scoperto che quasi tutti gli organi del corpo riescono a convertire la 25D proveniente dal fegato in 1,25D.


Funzione:

La funzione principale è quella di fissare il calcio alle ossa, quindi è un'alleata contro l'osteoporosi. Infatti una sua carenza porta al rachitismo nei bambini e all'osteomalacia negli adulti.
Negli ultimi quindici anni i ricercatori hanno scoperto che la vitamina D gioca altri importanti ruoli nel mantenimento della salute dell'organismo. Si è visto che ci sono recettori per la vitamina D in diversi organi ed è proprio per questo che viene considerata un ormone con importante funzione regolatrice a livello generale. Le cellule di questi organi trasformano la 25D in 1,25D, utilizzandola poi direttamente senza immetterla in circolo; questo ci fa capire l'importanza di avere quantità idonee di vitamina D nel nostro corpo e quanto una sua carenza possa causare problemi a diversi apparati.

Sole e vitamina D

Come già detto, il sole è la principale forma di approvvigionamento di vitamina D.
Ci sono dei fattori che possono influire sull'assorbimento di vitamina D attraverso il sole.
• Latitudine: questa è una variabile importante, soprattutto per noi italiani (45° gradi Alto Adige, 35° ad Agrigento); si è visto che se si vive a latitudini oltre i 35° da novembre a marzo, indipendentemente dal tempo di esposizione, non si produce vitamina D. Quindi noi italiani in inverno possiamo andare in carenza.
• Stagione dell'anno: l'angolazione dei raggi UVB in inverno è meno favorevole rispetto all'estate. Ecco spiegata la nostra carenza invernale e l'importanza di stare al sole in estate.
• Altitudine: più si sale d'altitudine maggiore è l'assorbimento di vitamina D, in quanto i raggi UVB sono meno filtrati dall'atmosfera.
• Momento della giornata: il momento migliore durante il giorno per l'assorbimento della vitamina D è tra le 10.00 e le 14.00.
• Inquinamento atmosferico: l'inquinamento può bloccare il passaggio dei raggi UVB. Gli abitanti di aree estremamente inquinate sono carenti di vitamina D.
• Nuvolosità: i raggi con tempo nuvoloso sono dimezzati, stesso discorso per l'assorbimento.
• Creme solari: creme solari con fattori protettivi alti inibiscono l'assorbimento della vitamina D. Un fattore 8 diminusce l'assorbimento del 92%, un fattore 15 del 100%. Sarebbe cosigliabile rimanere 20 minuti al giorno senza crema per poter assorbire una quantità sufficiente.
• Contenuto di melanina nella pelle: la melanina è un pigmento della pelle che rende più difficile l'assorbimento della vitamina D.
• Età: gli anziani hanno ridotta capacità di assorbimento, in quanto producono meno precursori a livello della pelle. Quindi le persone anziane devono stare più al sole. Tuttavia, dopo i 65 anni sarebbe consigliabile fare un controllo dei valori nel sangue.
• Peso: le persone in sovrappeso hanno difficoltà a produrre vitamina D.
• Vestiti che coprono il corpo: è chiaro che meno ci si copre, più i raggi UVB arrivano alla pelle. A dimostrazione di ciò, nei Paesi Arabi, dove l'abbigliamento è un fatto culturale, ci sono tassi elevati di rachitismo e osteomalacia.

Oggi si sta molto tempo in ufficio o a scuola, la gente tende a stare di meno all'aria aperta. Inoltre alla fine degli anni '80 da parte di molti medici, soprattutto dermatologi, c'è stata una demonizzazione del sole come fattore di rischio per lo sviluppo di tumori e invecchiamento precoce della pelle. Questo ha portato la gente a esporsi molto meno al sole e ad usare creme protettive, non compensando la conseguente carenza di vitamine D.
Per quanto riguarda l'Italia, siamo ad una latitudine dove da ottobre a marzo il sole non è tanto potente da darci la possibilità di produrre vitamina D; infatti la popolazione italiana è tra quelle in Europa con più bassi livelli di vitamina D.
Il problema è che non avendo una sintomatologia specifica molte persone sono in ipovitaminosi D senza saperlo.
Sintomi da carenza di vitamina D
- Debolezza muscolare
- Sensazione di pesantazza alle gambe
- Dolore muscoloscheletrico cronico
- Sensazione di fatica o facile affaticamento
- Infezioni frequenti
- Depressione

Come si può vedere, sono sintomi subdoli e possono essere confusi con altri problemi medici.
Se avete uno o più di questi segnali fatevi prescrivere dal vostro medico un esame del sangue per valutare il livello di 25D.
Se invece non avete sintomi e volete fare un esame di controllo, è meglio farlo alla fine di marzo, quando i valori dovrebbero essere al minimo.

Valori < 20 ng/ml carenza
          20/40 ng/ml insufficienza
          >40 ng/ml sufficienza

E' importante avere valori superiori a 40, proprio per il fatto che più parti dell'organismo utilizzano questa vitamina, e quindi bisogna evitare il più possibile che vadano in carenza.



Alimentazione e vitamina D
Gli alimenti che contengono vitamina D sono:

• Olio di fegato di merluzzo
• Salmone 
• Sgombro
• Tonno in scatola
• Latte scremato e parzialnente scremato fortificato con vit. D
• Margarina fortificata con vit.D
• Uova 
• Fegato 
• Formaggio svizzero

Come si può notare, la maggior parte di vitamina D è presente nei grassi animali contenuti nei pesci e nei latticini.
L'alternativa è quella di assumere degli integratori che vi potete far prescrivere dal vostro medico.

Vitamina D e tumori

Studi in vitro e in vivo hanno dimostrato che:

- Bassi livelli di vitamina D sono associati a un maggior rischio di sviluppare neoplasie.
- Maggior assunzione di vitamina D è correlata a un minor rischio di sviluppare neoplasie.
- L'aggressività del tumore sembrerebbe più bassa d'estate quando la vitamina D nel sangue è più alta.
- L'esposizione responsabile al sole riduce il rischio di sviluppare tumori.

Come prendere la vitamina D in modo naturale

Come abbiamo visto, sono i raggi UVB quelli che ci permettono di produrre vitamina D, e per farlo è necessario esporsi al sole, in primavera ed estate, almeno 20/30 minuti senza protezione, tra le 11.00 e le 14.00. In questo modo soddisfiamo le esigenze giornaliere di vitamina D e una parte può essere immagazzinata come riserva.
Questo tempo di esposizione può essere soggetto a variabili a seconda dei fattori che influenzano l'assorbimento visti sopra.


Antiossidanti                                        


Prima di parlare delle sostanze antiossidanti mi sembra doveroso spiegare in modo semplice cosa sono i radicali liberi.
La produzione di ROS ( sostanze reattive dell’ossigeno / radicali liberi) è un normale evento che avviene nel nostro organismo durante la produzione di energia. Queste sostanze reattive vengono controllate dal nostro organismo grazie alla presenza di sistemi antiossidanti. Se i ROS vengono prodotti in modo eccessivo, o se si viene ad avere una carenza di sostanze antiossidanti, si genera uno stress ossidativo (SO).
Lo stress ossidativo è caratterizzato dall’accumulo di radicali liberi (molecole instabili, altamente reattive ) che l’organismo non riesce a neutralizzare; questi attaccano e danneggiano irreversibilmente le strutture molecolari delle nostre cellule, portando ad un invecchiamento precoce e a uno sviluppo di patologie di tipo degenerativo, tra cui il cancro.
Cause che possono portare alla formazione di radicali liberi sono infiammazione, fumo, inquinamento atmosferico, pesticidi, fertilizzanti, esposizione a sostanze chimiche, elevato consumo di alcol, intensa attività fisica.
Per fortuna la natura ci mette a disposizione un gran numero di sostanze che possono neutralizzare questi nemici della nostra salute. Sicuramente una dieta adeguata ci può proteggere dallo stress ossidativo; purtroppo però stili di vita scorretti, associati ad un ambiente sempre più inquinato, rompono questo equilibrio. In tal questo caso un’integrazione adeguata con antiossidanti diventa indispensabile per salvaguardarci da possibili problemi.
Quando nella descrizione di una sostanza si parlerà di proprietà antiossidanti saprete che questa sostanza sarà un alleato contro invecchiamento e patologie degenerative. 



coenzima q 10                                  

Il Coenzima Q 10, o Ubichinone, è presente in tutte le cellule dei tessuti umani; esso rappresenta un elemento fisiologico importante per il corretto funzionamento del mitocondrio, un organello intracellulare che può essere paragonato a una piccola centrale termo-nucleare con la funzione di produrre costante energia. Se potessimo misurare la temperatura all’interno di una cellula, questa sarebbe di 37° C, ma quella nei mitocondri arriverebbe a 50° C.
I mitocondri sono indispensabili per la vita della cellula, si trovano in quantità superiore nei tessuti caratterizzati da un maggior consumo di ossigeno, quali cuore (la cui cellula ha il 25% del suo volume occupato da mitocondri), muscolo scheletrico, tessuto adiposo bruno, fegato e cervello: questi tessuti sono maggiormente esposti a danni in caso di carenza .
Il Coenzima Q 10 è uno dei catalizzatori più importanti delle reazioni biochimiche che avvengono all'interno del mitocondrio.
L’alimentazione contribuisce in minima parte al suo approvvigionamento; è presente soprattutto in carne, pesce e vegetali. La maggior quantità di Coenzima Q10 è di natura endogena (prodotto direttamente dall’organismo). Ogni cellula ne produce la quantità necessaria per le sue esigenze attraverso una serie di tappe biochimiche, in cui partecipa un insieme di 7 vitamine; questo percorso di produzione è parzialmente in comune con quello per la sintesi del colesterolo.
A questo proposito, le statine, farmaci prescritti in caso di ipercolesterolemia, agiscono interrompendo la sequenza biochimica che porta alla formazione del colesterolo endogeno; contemporaneamente però inibiscono anche la produzione di Coenzima Q 10. Ciò impone una sua integrazione per arginare un eventuale danno metabolico muscolare.
In ambito oncologico, le cellule neoplastiche sono incapaci di utilizzare Q10; pertanto la sua somministrazione determina un rafforzamento reattivo delle cellule sane dell’organismo, che possono così antagonizzare con maggior efficacia l’insorgenza e diffusione delle neoplasie.
Inoltre, migliorando l’efficienza mitocondriale, al tempo stesso riduce la produzione di radicali liberi e questa sua azione antiossidante fa da scudo nei confronti dei tumori.
Nelle malattie cardiovascolari (infarti, ictus, scompenso cardiaco ) è stata documentata una carenza marcata di Q10, e una sua supplementazione è necessaria per migliorarne la prognosi.
Inoltre, riduce l’infiammazione delle pareti interne delle arterie (endotelio),
evitando così il rischio di un attecchimento delle LDL ossidate con conseguente inizio di aterosclerosi.
Fisiologicamente dopo i trent’anni, la produzione di questa molecola diminuisce progressivamente.
Proprio per queste sue peculiarità, il Q10 ha assunto un ruolo considerevole nel mondo dell’integrazione nutrizionale, sia in ambito anti-aging sia nella prevenzione di patologie cardiovascolari, patologie degenerative e oncologiche.












MELATONINA                                  


La melatonina, che si forma principalmente nella ghiandola pineale o Epifisi,  è un ormone responsabile del nostro ritmo sonno-veglia. La retina trasmette gli impulsi luminosi dagli occhi al nostro orologio biologico, il nucleo soprachiasmatico - una sorta di centralina del nostro cervello.
Il nucleo soprachiasmatico a sua volta è collegato alla Epifisi. È qui che si forma la melatonina, soprattutto durante la notte.
Studi dimostrano come la concentrazione plasmatica della MLT sia aumentata in coloro che regolarmente praticano la meditazione. 
Sembra che il fluoro  si accumuli frequentemente nella ghiandola pineale, piuttosto che altrove nel corpo, generando a lungo termine una possibile calcificazione. In questo caso, pian piano  si inizia a produrre sempre meno melatonina. Per questo c’è chi consiglia di eliminare il fluoro dalla propria quotidianità il più possibile, evitando ad esempio dentifrici che lo contengono e scegliendo acqua a basso residuo fisso.
La melatonina è molto importante anche in ambito oncologico; numerosi studi hanno messo in evidenza che il progressivo declino della ghiandola pineale coincida con una maggior predisposizione a sviluppare una malattia neoplastica.
Si può quindi affermare che la melatonina ha un effetto protettivo nei confronti del cancro e ciò è dovuto a:
-  un’azione antiproliferativa che stimola l’apoptosi (morte cellulare) delle cellule tumorali;
- alla stimolazione del sistema immunitaro;
- alla sua azione antiossidante molto potente.
La melatonina può essere quindi un valido supporto per armonizzare a livello biologico le tradizionali terapie anticancro, come la radioterapia, la chemioterapia, l’immuno terapia e la ormonoterapia. 

VITAMINA c                                      

La vitamina C è un nutriente essenziale, non può essere sintetizzata dall’organismo umano e deve essere introdotta tramite la dieta o grazie alla supplementazione con integratori; questi possono essere preparati sinteticamente o estratti da frutta e verdura. 
La dose giornaliera di vitamina C raccomandata è pari a 75mg per le donne e 90mg per gli uomini.
La carenza di vitamina C è responsabile dello scorbuto, una malattia che si manifesta con stanchezza, debolezza, dolori muscolari e mancanza di appetito. Nei casi più gravi possono comparire anche emorragie a livello cutaneo, tumefazione, gonfiore delle gengive e sanguinamento dal naso con conseguente indebolimento delle ossa, delle cartilagini articolari e dei denti. 
Gli alimenti che contengono vitamina C sono frutta (kiwi, ribes, uva, arancia, limone, mandarino) e verdura ( broccoli, rucola, cime di rapa, spinaci).
La Vitamina C gioca un ruolo importante nello sviluppo e nel mantenimento del sistema immunitario, inoltre contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. Queste sue due proprietà ne fanno una vitamina fondamentale nella prevenzione dei tumori. 
Essendo presente in molti alimenti naturali, seguendo una alimentazione corretta difficilmente si va incontro a carenza. 
Questo spiega uno dei motivi per cui il WCRF (Fondo mondiale per la ricerca sul cancro ) consiglia di mangiare almeno 5 porzioni di frutta o verdura al giorno.





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