FITOTERAPIA

Fitoterapia

LE PIANTE COME FORMA TERAPEUTICA


Nella mia pratica quotidiana, trovo nelle piante un valido aiuto per le diverse problematiche che mi trovo ad affrontare. 

Le piante hanno rappresentato per anni la prima fonte di principi medicamentosi per l’uomo. Recentemente, l’OMS ha stimato che almeno l’80% della popolazione mondiale utilizza le piante come principale forma terapeutica. L’impiego primitivo delle piante per scopi medicinali avveniva sulla base di esperienze empiriche, maturate utilizzando direttamente la pianta stessa, fresca o essiccata (droga), oppure sottoposta a procedimenti di estrazione molto semplici, probabilmente di origine domestica, quali gli infusi e i decotti con acqua o i macerati con alcol o liquidi alcolici (tinture).

Oggi le possiamo trovare in commercio in capsule, compresse, bustine per tisane, tinture, ecc., ma possiamo utilizzarle anche in cucina nella preparazione di pietanze o per fare degli infusi.

Con l’avvento della chimica farmaceutica, la fitoterapia è stata accantonata, ma in questi ultimi decenni è stata riscoperta, grazie alla consapevolezza che a volte in certe patologie si può evitare l'uso dei farmaci tradizionale a favore di terapie naturali. Soprattutto nella prevenzione, le piante possono fornire un grande e valido aiuto al nostro organismo.

A tutt’oggi il 40% dei farmaci monomolecolari moderni deriva dalle piante.

E’ molto importante conoscere bene come agisce un fitoterapico e qual è il suo l’effetto, soprattutto la sua eventuale tossicità. Pertanto è sempre meglio farsi consigliare da un esperto professionista. 

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astragalo 

L’ astragalo è una pianta originaria dell’Estremo Oriente e della Cina; condivide il suo nome anche con un osso del piede, probabilmente  per la sua somiglianza con la forma dei fiori.
Questa pianta è un vero e proprio ricostituente; quando arriva la brutta stagione, l’Astragalo (la cui parte utile è rappresentata dalla radice) rappresenta una delle piante più indicate per rinforzare le difese immunitarie e prevenire e trattare malattie da raffreddamento e influenza.
Ma quest’erba ha anche altre interessanti proprietà salutistiche: nella Medicina Tradizionale Cinese, si utilizza da sempre per la sua azione tonificante, in grado di innalzare la soglia di resistenza ai fattori di stress, aumentando così l’energia, accelerare il metabolismo, e promuovere la riparazione dei tessuti.
Secondo la tradizione cinese, questa pianta di potente impatto immunologico, andrebbe evitata in caso di :
  • Patologie autoimmuni
  • Infezioni acute
  • Terapie anticoagulanti
In questi casi dovrebbe essere usata una pianta con effetto immunologico più superficiale, come l'echinacea.

Eluterococco

L'eleuterococco è una pianta delle Araliaceae, originaria delle regioni asiatiche nord orientali.
E’ conosciuto anche come ginseng siberiano. L’eleuterococco fa parte di quella famiglia di piante con azione adattogena.
Il termine adattogeno viene utilizzato per descrivere tutte quelle sostanze naturali che aiutano il nostro corpo ad adeguarsi alle problematiche che lo colpiscono e a combatterle in modo più efficace.
L’eleuterococco è anche conosciuto come “Ginseng delle donne”, perchè i principi attivi in esso contenuti, dalle proprietà toniche, sono più adatti all’organismo femminile.
Sotto stress, infatti, le donne sono più soggette agli stati d’ansia e alla depressione; per questa ragione, un tonico più forte, come il ginseng o il guaranà, potrebbe aumentare la tensione nervosa. Invece l’eleuterococco migliora la prestazione fisica e mentale senza indurre nervosismo o agitazione e senza turbare il sonno; inoltre può essere somministrato per lunghi periodi.
In merito alla composizione chimica dell'Eleuterococco, non è stato possibile attribuire l'azione adattogena ad un singolo composto e, come spesso accade nell'ambito fitoterapico, l'azione è data dalla sinergia delle sostanze presenti nella pianta (fitocomplesso).
Viene quindi prescritto negli stati di stress con esaurimento psico-fisico, di sovraffaticamento, nelle convalescenze, in stati di stanchezza, e quando è richiesta una maggiore capacità di rendimento, nell'attività sportiva, o di concentrazione e di attenzione nello studio, come per esempio durante la preparazione di esami.


Echinacea

L'echinacea è una delle piante medicinali più conosciute ed utilizzate in fitoterapia. 
Con il termine “Echinacea” vengono indicate varie specie di piante endemiche del Nord America.  L’ Echinacea appartiene alla famiglia delle Compositae. In terapia, vengono  utilizzate esclusivamente le specie E. purpurea, E. angustifolia ed E. pallida.
La sua azione sull’organismo non è data da un singolo principio attivo, ma dall'insieme di più costituenti. Questo mi consente di aprire una piccola parentesi sul concetto di principio attivo e su quello di fitocomplesso.
Il principio attivo è l'agente accertato che determina le azioni terapeutiche di un farmaco o di una pianta medicinale. Il fitocomplesso è l'insieme delle molecole estratte direttamente dalla fonte naturale, compreso il principio attivo.

Ci sono studi che confermano la capacità di questa pianta di aumentare la resistenza alle infezioni. In particolare si è dimostrata particolarmente utile nella prevenzione e cura delle malattie da raffreddamento e degli stati influenzali, soprattutto laddove si è manifestata la tendenza alla cronicizzazione e alle recidive. 
L'echinacea andrebbe presa a cicli, e non per periodi lunghi.
Risulta inoltre utile in quei soggetti che hanno un sistema immunitario poco efficiente. Quindi è una valida alleata contro le malattie virali.
Questa sua capacità di stimolare il sistema immunitario la rende  assolutamente controindicata nelle  malattie  autoimmuni.

Boswellia


La Boswellia Serrata è un albero dalla cui corteccia si estrae una resina oleo-gommosa profumata, trasparente e gialla-brunastra, composta da una miscela di acidi boswellici. Dalla resina si ricava l'estratto secco titolato in acidi boswellici.  E' stata usata per secoli nella medicina ayurvedica come trattamento per una vasta gamma di disturbi infiammatori, con un effetto molto simile a quello di farmaci normalmente prescritti per problematiche infiammatorie, ma senza spiacevoli effetti collaterali. Oltre ad un'azione antinfiammatoria, svolge anche un’azione antalgica.
Per queste sue proprietà, nella medicina naturale viene utilizzata come valido supporto per trattare l' artrite reumatoide, l'osteoartrosi, la malattia di crohn, la colite ulcerosa, la dissenteria e l'asma.

partenio e cefalea

Il Partenio (Tanacetum parthenium) è una pianta della famiglia delle Composite. 
La pianta ha un fusto eretto che può raggiungere anche i 70 centimetri di altezza. Le foglie sono dotate di picciolo ed i fiori sono molto piccoli e simili a minuscole margheritine.
Come molte composite, il partenio cresce spontaneamente preferendo i campi incolti e i luoghi abbandonati.
Gli elementi della pianta che contengono i principi attivi sono le foglie, in cui la concentrazione di sostanze officinali attive è massima poco prima della fioritura.
Il Partenio, nella fitoterapia moderna, è principalmente usato nella prevenzione e nella cura dell’emicrania, in particolare quella vasomotoria e dei dolori mestruali (dismenorrea).
L’emicrania vasomotoria è caratterizzata da un'alternanza di stimoli di vasocostrizione e successiva vasodilatazione sui vasi sanguigni, con una deformazione delle pareti dei vasi stessi, che vanno così a premere sulle terminazioni nervose vicine, innescando il dolore, che può diventare sempre più lancinante a causa della concomitante produzione di mediatori che potenziano il segnale doloroso.
Il Partenio, con i suoi principi attivi, oltre ad avere un’azione antiinfiammatoria (inibizione rilascio acido arachidonico), riduce la contrazione della muscolatura liscia dei vasi e la sua eccitabilità, migliorando notevolmente la sintomatologia dolorosa.
Utile è l’associazione con magnesio, il quale oltre a contrastare stanchezza e affaticamento, contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso.
Gli integratori di partenio sono disponibili in:
compresse
capsule
estratto liquido
partenio fresco
partenio secco
polvere

A causa di possibili interazioni, prima di assumere il partenio, è necessario chiedere un parere al proprio medico di fiducia, comunicandogli eventuali farmaci o integratori che già si assumono.




UNCARIA




L’uncaria tormentosa, nota nella lingua italiana come “unghia di gatto”, è così chiamata per i caratteristici uncini che si sviluppano lungo il suo fusto in corrispondenza dell'inserzione delle foglie.
E’ una pianta rampicante il cui habitat è il continente sudamericano, in particolare le foreste di Perù, Colombia e Brasile.
Le parti che vengono utilizzate a scopi terapeutici sono la corteccia e la radice.

 A questa pianta sono attribuite proprietà immunomodulanti, antinfiammatorie e antidolorifiche.
Diversi studi hanno dimostrato un potenziamento delle cellule natural- killer e dei linfociti T citotossici, che sono le cellule responsabili in buona parte del riconoscimento e della distruzione delle cellule infettate da virus o degenerate per processi tumorali. 
Uno studio clinico controllato ha valutato l’effetto antidolorifico e anti-infiammatorio di un estratto idroalcoolico di uncaria in pazienti affetti da artrite reumatoide. Sono stati arruolati 40 pazienti trattati con la sulfasalazina o con l’idrossiclorochina (due farmaci usati nella terapia di questa malattia), ai quali veniva aggiunto o no l’estratto di uncaria. La durata dello studio è stata di 1 anno. Al termine, la riduzione del dolore era nettamente migliore nei pazienti che assieme ai farmaci prendevano anche l’estratto di uncaria. L’effetto è dovuto ad una inibizione dei mediatori chimici dell’infiammazione.
Quindi l’uncaria può risultare utile per prevenire malattie infettive come quelle a carico del sistema respiratorio – raffreddore, influenza, faringite, tonsillite – e altre malattie di origine virale. E’ coadiuvante nell’artrite reumatoide e in altre malattie reumatiche e articolari. Per il suo effetto sul sistema immunitario, questa pianta potrebbe avere importanti applicazioni come sostegno nelle terapie antitumorali.
In commercio la possiamo trovare sottoforma di capsule o compresse di estratto secco di uncaria titolato e standardizzato in alcaloidi ossindolici pentaciclici almeno al 3%, da prendere un paio di volte al dì.
L’uncaria tormentosa è una pianta ben tollerata e priva di tossicità. Le controindicazioni dell'uncaria riguardano principalmente chi è in cura con immunosoppressori. A causa di possibili interazioni farmacologiche, va osservata qualche cautela anche se si prendono medicinali metabolizzati dal citocromo P450, perché in vitro l'uncaria ha mostrato di inibire l'enzima CYP3A4, quello più implicato nella degradazione dei farmaci. 
EFFETTI COLLATERALI: Una dose eccessiva può dare diarrea, che regredisce con la sospensione della terapia.







gINKGO biloba


La pianta Ginkgo Biloba fa parte della famiglia delle Gigkgoaceae.  Presente sulla terra da 250 milioni di anni, è ritenuta la più antica del mondo e viene considerata un fossile vivente. In Giappone alcuni esemplari sono riusciti a sopravvivere alle radiazioni di Hiroshima.
L’estratto concentrato utilizzato a scopi terapeutici ha notevoli effetti farmacologici.
La principale applicazione clinica dell’estratto del Ginkgo è rappresentata dal trattamento dell’insufficienza vascolare. Per questa viene utilizzata per migliorare le capacità cognitive mnemoniche soprattutto durante la terza età, inoltre in situazioni in cui si ha una riduzione del flusso di sangue al cervello (come mal di testa, vertigini, acufeni, difficoltà di concentrazione e disturbi dell'umore).

Trova inoltre impiego in altri problemi associati a disturbi della circolazione, come dolori alle gambe mentre si cammina (claudicatio) e sindrome di Raynaud.
Il ginkgo biloba è infine considerato uno scavenger (spazzino) dei radicali liberi. Questa caratteristica lo rende un ottimo antiossidante, quindi particolarmente indicato per contrastare gli effetti dell'invecchiamento. 

Se assunto, seguendo le dosi raccomandate, il Gingko biloba è da considerare sicuro e può scatenare in rare occasioni solo lievi effetti avversi come:
• disturbi di stomaco
• mal di testa
• capogiri
• costipazione
• battito cardiaco forte
• reazioni allergiche cutanee







GYMNEMA 

La Gymnema Sylvestre è una pianta rampicante di grandi dimensioni, appartenente alla famiglia delle Asclepiadaceae, originaria delle zone più calde di India, Pakistan, Africa e Australia.
La Gymnema è  molto conosciuta all’interno della medicina ayurvedica, ma anche in quella cinese, per le sue proprietà ipoglicemizzanti.
Per questa sua particolarità, è una pianta molto studiata come eventuale sostegno nella cura del diabete.
Le sue proprietà ipoglicemizzanti sembrano siano connesse all’acido gimnemico, una molecola simile al glucosio ma dalle dimensioni maggiori, che si estrae dalle foglie della pianta. A livello intestinale va a competere con il glucosio nel suo assorbimento, limitandone l’assorbimento.
Inoltre ha un positivo influsso sulle papille gustative, alterando la percezione del dolce, senza influenzare la percezione del salato; per poter ottenere questo effetto, l'unico modo è masticare prodotti a base di Gymnema, prestando attenzione a non esagerare nel mantenerli a lungo a contatto con la lingua. 
Quindi l’effetto globale è quello di rendere meno appetibili i dolci, e diminuire l’assorbimento degli zuccheri normalizzando i livelli nel sangue.
Questo porterà a una serie di effetti positivi, in particolare sul peso, ma anche su tutti quei parametri e sintomi correlati al diabete.
In caso di soggetti diabetici in terapia, una eventuale integrazione deve essere assolutamente fatta sotto il controllo di un medico, che possa seguire una corretta posologia per evitare che si verifichino eventuali crisi ipoglicemiche.
Inoltre, se si è in cura con altri integratori, è importante conoscere eventuali interferenze.
A parte le persone allergiche alle Asclepiadaceae, la Gymnema Sylvestre è sicura per la maggior parte degli individui; tuttavia, sarebbe opportuno assumerlo con cautela (come tutti i fitoterapici ) in gravidanza e durante la fase di allattamento.

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AGNOCASTO


L´Agnocasto (Vitex agnus-castus L.) è un arbusto che cresce nei letti dei torrenti e sulle sponde dei fiumi in vallate e colline del Mediterraneo e dell'Asia Centrale; può raggiungere i sei metri di altezza e si caratterizza per gruppi di fiori viola e blu.  Viene chiamato anche “falso pepe” per i sui frutti, utilizzati a scopo terapeutico, perché quando essicati sono molto simili al comune pepe. 
L'Agnocasto è noto anche con il nome di "pepe dei monaci", in quanto veniva coltivato dai monaci nei loro orti come anafrodisiaco, per non tradire il voto di castità.
Si ritiene che questa azione sia dovuta al fatto che l’Agnocasto agisce sull’ipofisi, principale centro di regolazione neuroendocrina, sostenendo la produzione dell'ormone luteinizzante (LH) che modula la sintesi endogena di progesterone, con conseguente fisiologica normalizzazione del ciclo ormonale. Inoltre il frutto sembra sostenere l'organismo nel regolare la secrezione di prolattina spesso coinvolta nella comparsa di disturbi del ciclo mestruale.
 
L’azione principale dell’Agnocasto è quella di aiutare ad armonizzare il bilancio ormonale della donna, riequilibrando il rapporto estrogeni/progesterone a favore di quest'ultimo .

Nell’ambito della medicina naturale, l’Agnocasto viene prescritto per disturbi vasomotori associati al climaterio (vampate di calore), iperprolattinemia, irregolarità del ciclo mestruale (dismenorrea, ipermenorrea, polimenorrea), sindrome premestruale (con i suoi sintomi sia psichici, che somatici), mastalgia/mastodinia (dolore nevralgico alle mammelle, spesso presente nei giorni che fanno da sipario al flusso) ed infertilità .




Picnogenolo

Il Picnogenolo è un complesso di proantocianidine oligomeriche, polifenoli, e acidi organici; questi agiscono in maniera sinergica, potenziando reciprocamente la propria attività antiossidante. 
Si trova al di sotto della corteccia di un particolare pino (Pinus marittima) che cresce sulla costa francese del Golfo di Biscaglia, sull’Oceano Atlantico, tra la penisola Iberica e la Francia. 
Nel corso degli ultimi anni, molte ricerche sono state condotte sul Picnogenolo ed è emerso che la sua efficienza si lega a importanti attività antiossidanti: è stato dimostrato che i componenti del picnogenolo hanno capacità antiossidanti 30 volte più efficaci della vitamina E e degli antiossidanti classici.
Ha dimostrato notevoli benefici su tutte le malattie croniche caratterizzate da una grande produzione di radicali liberi.
Per questa sua peculiarità, il picnogenolo risulta particolarmente utile in:
• Prevenzione e trattamento delle malattie cardiovascolari: la neutralizzazione dei radicali liberi si manifesta macroscopicamente con una miglior funzione endoteliale, inibendo in modo significativo l’infiammazione della parete interna delle arterie. In topi da laboratorio aterosclerotici il picnogenolo ha ridotto la formazione di placche ateromasiche;
• Insufficienza venosa periferica, retinopatie diabetiche e non, fragilità capillare;
•  In caso di dismenorrea ed endometriosi,  riducendo il dolore addominale;
• Stimolazione del sistema immunitario: protezione dei macrofagi dai  danni ossidativi dei radicali liberi;
• Azione anti-infiammatoria;
• Protezione della pelle contro l’invecchiamento e il danneggiamento da parte dei raggi UV-B.
 


fiori australiani


I fiori australiani possono essere considerati i moderni fratelli dei fiori di bach.
In Australia, territorio dall’enorme varietà di paesaggi naturali e dall’ecosistema ancora relativamente integro praticamente esente dall’inquinamento chimico, dalle scorie nucleari e dallo smog, crescono una molteplicità di piante e fiori in gran parte autoctoni, e molti di questi vengono utilizzati a scopo terapeutico dagli aborigeni.
I fiori australiani sono particolarmente attivi su tutte le problematiche emozionali e psicologiche, ma anche su svariate manifestazioni psicosomatiche, sull’equilibrio ormonale e immunitario dell’organismo umano.
Questi rimedi rispetto ad altre essenze floreali hanno particolare velocità di azione e intensa carica energetica curativa, che li rende capaci di mettere in moto potenti forze di autoguarigione e di attivare profondi processi di trasformazione e cambiamento interiore.
La floriterapia non è una scienza sintomatologica, per tanto non è detto che due persone che soffrono nello stesso momento della stessa problematica, prendendo lo stesso fiore, rispondano allo stesso modo; questo è dovuto soprattutto al motivo che sta alla base del malessere. Per esempio, due soggetti possono soffrire di attacchi d’ansia, nel soggetto A, dovuti a un importante presentazione che dovrà fare sul luogo di lavoro, nel soggetto B dovuta a problemi col partner, per tanto è molto probabile che i soggetti reagiranno in modo diverso alla terapia. Questo è uno dei motivi per i quali è importante farsi consigliare da personale competente e specializzato che seguirà il soggetto, decidendo la strada migliore da intraprendere e quali fiori assumere volta per volta.
Fiori australiani sono composti da 69 essenze, ognuna con caratteristiche ben definite, che possono essere assunte singolarmente, o combinate tra loro, di solito il numero di fiori da miscelare è consigliato intorno a quattro. 
Il dosaggio standard è di 7 gocce da assumere oralmente mattina e sera. (a differenza dei Bach, il cui dosaggio è 4 gocce, 4 volte al giorno). 
La durata del trattamento dipende dal tipo di problematica e dalla risposta individuale. Si possono ottenere risultati immediati, mediamente si ottiene una reazione positiva in circa due/ tre settimane e di solito due mesi sono sufficienti per riequilibrare numerose problematiche psicofisiche. 
Non esiste pericolo di reazioni allergiche o effetti collaterali, pertanto i rimedi australiani possono essere somministrati tranquillamente a bambini, anziani o persone malate. In rari casi può manifestarsi, all’inizio della terapia, una leggera accentuazione dei sintomi, ma questa reazione iniziale va considerata come un segnale di “sblocco” energetico e generalmente di breve durata.


GINSENG

 Il termine Ginseng deriva dal cinese e tradotto significa pianta dell’uomo, in quanto le sue radici hanno un aspetto simile ad una figura umana, che nella medicina tradizionale cinese era chiamata “radice di vita”. Si riteneva infatti che il suo utilizzo protratto nel tempo fosse utile per aumentare la longevità. 
La radice del Ginseng, carnosa e fusiforme, di colore giallo paglierino, ha un caratteristico sapore amarognolo.
Il ginseng è caratterizzato dalla presenza di un alto contenuto di principi attivi, tutte le vitamine del gruppo B vit. C, A, K, gli aminoacidi essenziali e minerali.
I principi attivi del Ginseng detti ginsenoidi. 
Il Ginseng viene considerato come una pianta adattogena. Con questo termine vengono considerate tutte quelle sostanze naturali che aiutano l’organismo ad adattarsi allo stress psico-fisico,  svolgono azione stimolante quando l’organismo è depresso e calmante quando è particolarmente eccitato.
Analoga azione viene svolta a livello del sistema immunitario.
Questo è dovuto al fatto che alcuni ginsenoidi sono in grado di determinare effetti opposti. 
Come tonico, agisce su tutti i sistemi grazie alla sua capacità di rinvigorire e rafforzare tutti i sistemi e gli organi. 
Il Ginseng coreano è particolarmente utile nei pazienti in convalescenza da gravi incidenti, operazioni chirurgiche serie, malattie debilitanti, e in tutte le problematiche legate all’età avanzata.




COUMADIN E FITOTERAPIA


Il Warfarin, più conosciuto come Coumadin (nome commerciale) è un farmaco anticoagulante molto conosciuto il cui meccanismo d’azione è legato all’interruzione del ciclo della vitamina K nel fegato. La vitamina K, o naftochinone, ha un ruolo fondamentale nel processo di coagulazione del sangue. 
 Il Coumadin viene prescritto in caso di irregolarità del battito cardiaco, di protesi valvolari e di pregresso infarto. Può inoltre essere prescritto per prevenire la trombosi venosa e l'embolia polmonare.
E’  molto efficace e quindi è uno dei farmaci anticoagulanti più utilizzati.
E’ importante sapere che l’uso concomitante di Coumadin e fitoterapici può provocare problemi di sicurezza, a causa delle possibili interazioni.
L ’efficacia del farmaco può essere potenziata, con rischio di sanguinamento ed emorragia e
aumento dell’INR, o inibita, con rischio di trombosi e diminuzione dell’INR.
Non bisogna sottovalutare il potenziale terapeutico e, quindi, il profilo di rischio associato ai prodotti a base di erbe. 
E’ fondamentale rivolgersi sempre a un medico prima di intraprendere una cura con fitoterapici.

In considerazione dei recenti studi, è stata fatta una classificazione in base al livello di interazione:

Interazione altamente probabile: Cranberry, Soia, Iperico e Salvia cinese.
Interazione probabile: Angelica sinensis e Zenzero.
Interazione possibile: Camomilla, Biancospino, Chitosano, Cannabis , Artiglio del diavolo, Ginkgo, Aglio, Ginseng, Tè verde, lycium.
Interazione dubbia: Boldo, Echinacea, Fieno greco, Prezzemolo, Zucca, Trifoglio rosso e Serenoa.


VISCHIO


Il Viscum album è una specie molto particolare; non cresce come tutte le piante nella terra, ma Infonde le sue radici nei rami e nei tronchi degli alberi alimentandosi della loro linfa. Viene per questo motivo classificata come una pianta emiparassita. I rami formano cespugli sempreverdi, alti circa 30/40 cm. e i suoi frutti sono bacche bianche gelatinose tossiche. Esse costituiscono un cibo ghiotto per molti uccelli, che ne assicurano la disseminazione. I semi dispersi dagli uccelli, si insediano con un disco di adesione nelle intercapedini di un ramo di una pianta ospite e iniziano a germogliare in primavera.
Il vischio contiene lectine citotossiche, viscumina, proteine citotossiche e viscotossine.
Dal punto di vista terapeutico, il vischio è un:
- Regolatore del sistema circolatorio ed è una delle piante più efficaci che si conoscano contro l’ipertensione arteriosa; grazie ad un'azione vasodilatatoria, migliora l’irrorazione sanguigna a livello cerebrale e cardiaco. Provoca inoltre un aumento della diuresi.
- Antispasmodico e sedativo, calma la sensazione di oppressione nel petto, le palpitazioni, il nervosismo e le cefalee; anticamente si usava come sedativo anche negli attacchi epilettici e nelle crisi isteriche.
- Diuretico e depurativo, aumenta la produzione di urina e l'eliminazione dei residui tossici del metabolismo, come l'urea e l'acido urico.
Per questo tipo di problematiche, il vischio si trova in tintura madre (TM) in gocce, in sciroppo e in compresse.
Le preparazioni a base di vischio sono state usate clinicamente in Europa nella terapia antitumorale sin dal 1926, quando l’Iscador, un prodotto fermentato, ottenuto dal succo crudo pressato, fu introdotto come agente immunoterapico contro il cancro.
In Germania, il Viscum album è il rimedio più prescritto nella terapia oncologica complementare. Già nel 1999, più del 80% dei pazienti oncologici ricorreva alle medicine non convenzionali, di cui circa il 60% usava il Viscum (Stoll, 1999). Sia in Germania che in Svizzera è dispensato dal sistema sanitario.

L’uso del vischio è consigliato durante il trattamento chemiotarapico per rafforzare l’azione antineoplastica dei farmaci e nel post operatorio per stimolare le difese. Inoltre svolge un’azione diretta inibitoria sulla proliferazione delle cellule neoplastiche.
La terapia con vischio ci permette di avere un miglioramento dello stato generale del paziente, con un aumento dell’appetito, aumento del benessere soggettivo, miglioramento del sonno, riduzione della suscettibilità alle infezioni, migliore tollerabilità alla radio e alla chemio terapia.
In campo oncologico, il vischio si presenta in fiale (fermentato) che devono essere iniettate sotto cute, osservando una certa sequenza. Questa terapia deve essere rigorosamente prescritta e seguita da un medico esperto.
Ci sono due studi che hanno dato risultati incoraggianti anche nella cura del Papilloma virus (HPV) con Vischio fermentato. La terapia si basa su tre iniezioni settimanali sotto cute a livello sovrapubico.
Controindicazioni
Evitare l'assunzione del vischio in caso d'ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Inoltre, l'utilizzo del vischio è controindicato anche in pazienti affetti da infezioni croniche e progressive (come, ad esempio, la tubercolosi o l'AIDS), ipertiroidismo, tumori del midollo spinale, tumori intracranici e tumori del sistema nervoso centrale.

Infine, l'utilizzo del vischio è controindicato anche in gravidanza (poiché si ritiene che la pianta possa esercitare un'azione abortiva) e durante l'allattamento.




PERILLA

La Perilla Frutescens è una pianta aromatica annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae; viene coltivata da secoli in Oriente, le sue foglie sono simili a quelle del basilico e sono note per il loro sapore e aroma. In Giappone è conosciuta anche col nome jyuunin, che significa "10 anni",  in quanto la popolazione locale crede che l'assunzione della Perilla allunghi la vita di 10 anni. 
Dai suoi semi si ricava un olio di colore giallo chiaro, limpido e trasparente.
L’olio di Perilla è particolarmente ricco di acidi grassi saturi e insaturi, in particolare di acido alfa-linolenico (omega 3). Inoltre, la presenza di vitamine C ed E fa di quest’olio un ottimo antiossidante.
L’olio di perilla svolge una forte azione antistaminica, antinfiammatoria e di riequilibrio dei fenomeni allergici. 
In combinazione con altre sostanze naturali, è un ottimo rimedio per  le allergie, sia in fase preventiva sia durante le fasi acute.
Funziona molto bene anche nei disturbi allergici perenni (allergia agli acari, alle polveri, ai miceti, alle muffe, ecc.)
Per la sua ricchezza di omega 3, può essere usato anche come antiartritico e analgesico nei processi infiammatori articolari e muscolari.
La Perilla Frutescens presenta inoltre anche proprietà antisettiche. In Giappone la utilizzano per preparare il sushi, in quanto sembra neutralizzi eventuali batteri presenti sul pesce crudo.



CANNELLA


La cannella si ricava da una pianta sempreverde e ne esistono di due tipi, appartenenti alla famiglia delle Lauracee: la Cinnamomum zeylanicun e la Cinnamomum cassia.

La prima è chiamata anche “Cannella regina“, è originaria dello Sri Lanka ed è la più pregiata. La seconda è detta anche “Cannella della Cina“: come suggerisce il nome stesso la Cina è il suo paese d’origine ed è la meno pregiata.

Quando si parla di cannella, il pensiero va ai famosi bastoncini molto utilizzati in gastronomia: ne basta un pizzico per esaltare il gusto di tanti piatti, sia dolci che salati, e inoltre può essere utilizzata per rendere gradevoli tè e tisane.

La cannella ha anche proprietà salutistiche. Viene utilizzata la corteccia dell’albero, in particolare la parte interna.

La qualità della cannella, oltre che dall’origine, dipende anche dall’età dei rami da cui si ricava; ad un’età più giovane corrisponde una migliore qualità.

Proprietà terapeutica principale della cannella è quella di sostenere il fisiologico metabolismo dei carboidrati, con un’azione ipoglicemizzante. 
Ci sono diversi studi che dimostrano l’utilità della cannella in persone affette da diabete di tipo 2, nel mantenere sotto controllo la glicemia, la pressione e il peso corporeo. Questo può essere spiegato dal fatto che la ridotta presenza di zuccheri nel sangue evita che questi si trasformino in grassi.

Utile è l’associazione con l’acido alfa lipoico, un composto ricco di zolfo, che svolge un ruolo essenziale nei processi metabolici che partecipano al processo di conversione del glucosio, da utilizzare come forma di energia.  
In soggetti con familiarità diabetica, una dieta corretta, associata all’utilizzo di questa spezia. potrebbe essere una strategia vincente nei confronti di questa malattia.

Oltre a questa importante azione, la cannella favorisce la funzione digestiva, previene il gonfiore intestinale, la flatulenza, e le coliche renali.

Infine, come tante altre spezie, svolge un'zione antiossidante. 

I rimedi a base di cannella si trovano in commercio sottoforma di estratto secco, polvere, tintura madre, olio essenziale ed estratto fluido. 


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